Premesso che:
il Comune di Cerignola fa parte del consorzio Foggia 4, assieme ai Comuni di Orta Nova, Carapelle, Ordona, Stornara, Stornarella, San Ferdinando di Puglia, Margherita di Savoia e Trinitapoli. I citati Comuni decisero, a partire dagli anni 2000, di avviare una consorziata dal nome SIA, che avrebbe non solo gestito la raccolta e il ciclo dei rifiuti ma anche la discarica "Forcone Cafiero" in agro di Cerignola;
il Comune di Cerignola possiede il 42 per cento delle quote e dunque del patrimonio della SIA Srl;
nel consorzio conferiscono rifiuti ben 31 Comuni della provincia di Foggia su 61 totali, con costi di conferimento e servizi molto bassi rispetto alla media. Tuttavia dal 2014, con il rinnovo dell'AIA (autorizzazione integrata ambientale), si riscontrano i primi problemi di gestione di una discarica ormai stracolma. Nell'attesa di individuare un ulteriore lotto, molti dei contratti di conferimento vengono meno, fino ad arrivare sull'orlo del fallimento;
a tale situazione compromessa della SIA si aggiungono una serie di contenziosi con i Comuni consorziati che hanno generato negli anni pignoramenti e decreti ingiuntivi;
quanto esposto ha compromesso la retribuzione del personale, che in base alle notizie in possesso degli interroganti non sarebbe retribuito regolarmente dal mese di maggio 2018, e conseguentemente le attività ordinarie di raccolta dei rifiuti;
considerato che, per quanto risulta agli interroganti:
a partire dal mese di giugno 2018 la situazione è degenerata diventando una vera e propria emergenza ambientale. Si rinvengono rifiuti sparsi per le strade del centro città, anche a ridosso degli ospedali, e si diffonde sempre di più l'odore acre dei fumi dei roghi notturni;
con ordinanza sindacale n. 79/Gab. del 28 giugno 2018, contingibile e urgente ex art. 50 del decreto legislativo n. 267 del 2000, per il servizio di raccolta e trasporto rifiuti solidi urbani ed assimilati nel comune di Cerignola, il sindaco Francesco Metta ha ordinato alle ditte Ecodaunia Srl, Laveco Srl e Mondoeco Srl di coadiuvare la società SIA FG4 Srl con propri mezzi e personale alla raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani depositati sul territorio comunale, con un impegno stimato in 140.300 euro;
i rifiuti accumulati a causa dell'emergenza nella gestione di raccolta e smaltimento, circa 600 tonnellate, sono stati quindi trasbordati nell'area interportuale. Tale decisione sarebbe stata giustificata dallo stesso sindaco in considerazione della posizione topografica del sito interportuale in un'area periferica rispetto al centro abitato;
ad avviso degli interroganti questa attività di trasbordo rifiuti non ha tenuto in considerazione l'aumento delle temperature, tipico del periodo estivo, e le conseguenze connesse al fatto che i rifiuti sono stati depositati nell'interporto senza tuttavia essere allocati in cassoni impermeabili che avrebbero evitato l'infiltrazione di percolato e sicuramente reso più agevole il trasporto negli impianti di smaltimento;
il 2 luglio 2018, i Carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) di Bari hanno sequestrato l'interporto, ritenendo il sito di trasbordo una discarica abusiva;
in base alle informazioni in possesso degli interroganti il 20 luglio 2018 la Procura di Foggia ha autorizzato la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti, previa caratterizzazione mediante analisi chimiche, provvisoriamente presenti all'interporto. La stessa Procura ha anche derubricato l'ipotesi di infrazione;
entro pochi giorni, appena terminata la caratterizzazione richiesta, i rifiuti avrebbero dovuto essere trasferiti a Massafra, mentre ad oggi le tonnellate di rifiuti si trovano ancora nell'interporto con evidenti effetti negativi in termini ambientali e sanitari, soprattutto per i campi agricoli limitrofi;
considerato altresì che, per sanare la situazione economico-finanziaria della SIA Srl, determinata da tali contingenti fattori, l'assemblea del consorzio ha assunto la deliberazione n. 30 del 30 luglio 2018 con cui è stato deciso, in via temporanea, e nelle more della complessiva riorganizzazione societaria, che ogni Comune corrisponderà alla SIA Srl le somme dovute per il personale e individuato dall'amministratore in base ai criteri di ripartizione proposti dallo stesso ed approvati dall'assemblea. Il Comune di Cerignola verserà mensilmente alla SIA l'importo di 340.000 euro che l'amministratore unico di SIA Srl dovrà utilizzare per il pagamento del costo del personale;
considerato infine che il decreto legislativo n. 152 del 2006, all'articolo 193, comma 12, prevede che "Nel caso di trasporto intermodale di rifiuti, le attività di carico e scarico, di trasbordo, nonché le soste tecniche all'interno dei porti e degli scali ferroviari, degli interporti, impianti di terminalizzazione e scali merci non rientrano nelle attività di stoccaggio di cui all'articolo 183, comma 1, lettera aa) purché siano effettuate nel più breve tempo possibile e non superino comunque, salvo impossibilità per caso fortuito o per forza maggiore, il termine massimo di sei giorni a decorrere dalla data in cui hanno avuto inizio predette attività",
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;
se intendano attivarsi presso gli enti competenti affinché, in considerazione del mancato rispetto della tempistica prevista per il trasporto dei rifiuti dal citato articolo 193, siano verificate le tempistiche programmate per la rimozione e smaltimento dei rifiuti stoccati nell'interporto nonché siano indicate le motivazioni tecniche per cui i rifiuti non sarebbero stati allocati in appositi cassoni, anche al fine di facilitarne il successivo trasferimento;
quali iniziative di competenza intendano intraprendere per risolvere la situazione emergenziale che sta generando danni ambientali e sanitari alla popolazione;
se, nell'ambito delle rispettive attribuzioni, intendano attivarsi affinché siano tutelati gli interessi dei cittadini, considerato che, a parere degli interroganti, l'impegno di spesa assunto dal Comune di Cerignola nei confronti della SIA Srl, pari a circa 4 milioni di euro in un anno, sarebbe del tutto ingiustificato soprattutto visto che ciò determinerà degli eccessivi aumenti sulla tassa sui rifiuti e che tale esborso si sarebbe potuto evitare con una puntuale attività di controllo e monitoraggio nei confronti del consorzio, di cui il Comune detiene il 42 per cento;
se non ritengano opportuno attivare le procedure ispettive e conoscitive previste dall'ordinamento, affinché sia fatta al più presto luce circa le responsabilità che hanno determinato la grave situazione.